sabato 15 dicembre 2007

"Etyb" (di Mario Govoni)

Etyb si sentiva fuori fase ... forse era stato colpito da quell'epidemia della quale aveva, vagamente, sentito parlare. Era un po' che provava quella sensazione, come se il suo codice fosse stato scritto alla rinfusa o, meglio, alla rovescia. Aveva quasi la sensazione di essere una lampadina spenta con l'interruttore aperto, oppure una lampadina accesa con l'interruttore chiuso. Certi giorni, poi, era come l'ago di una bussola che, anziché puntare al nord, indicasse tutti gli altri punti cardinali ... strana sensazione veramente.

Il peggio, poi, era che gli erano venute all'orecchio voci strane: pareva che, lì vicino, ci fossero altri tipi “strani” come lui e che i “normali” e gli “strani” lottassero tra loro, lasciando alle loro spalle terra bruciata. Fortunatamente, però, Etyb si sentiva al sicuro e pensava di non correre rischi con i “normali” ... in fondo lui si faceva gli affari suoi e, pur nella sua stranezza, non dava fastidio a nessuno.
Il tempo passava ma le cose, anziché andare meglio, sembravano, impercettibilmente ma inesorabilmente, peggiorare ... era come se il disco della vita ruotasse rallentato da un mare di melassa.
Etyb era perplesso, mai gli era capitata una cosa simile ... prima le sue personali sensazioni, poi la percezione del mondo circostante ... tutto gli sembrava, stranamente, fuori posto. Non aveva esperienze in proposito, non aveva idee, non sapeva cosa avrebbe potuto riservargli il futuro, ma era speranzoso. Sì, indubbiamente, tutto sarebbe tornato a posto, sarebbero cessati i disordini, “strani” e “normali” avrebbero vissuto in pace fianco a fianco, la vita avrebbe ripreso il suo solito, monotono, andamento, con suo enorme sollievo.
Nel frattempo, in un altrove del quale Etyb ignorava anche l'esistenza, l'occhio di dio si posò su un messaggio di avvertimento:
“Elimina Partizione Primaria
Tutti i dati sul volume andranno perduti.
Continuare?
Sì - No”
Dopo un tempo che a Etyb sarebbe sembrato eterno, dio sembrò prendere una decisione. Con un movimento lentissimo, quasi irritante, la mano di dio si mosse e spostò il mouse. Il movimento dal tavolo di dio si portò sul monitor e il cursore si avvicinò inesorabilmente al “Sì”.
Ancora un momento di impercettibile ripensamento, poi la mano di dio, anzi il suo dito indice, con un colpetto sul tasto sinistro del mouse, scatenò il giudizio universale.
In quello stesso, preciso istante sul mondo di Etyb si accese il fuoco di mille fulmini, la vampa di un calore elettromagnetico sembrò sciogliere tutto, aratri terribili solcarono il disco della vita e, in un silenzio irreale, tutti, gli “strani” e i “normali”, scomparvero, trasformati in una sorta di informe marmellata.
In quell'unico istante Etyb capì che la sua vita, in quel ciclo, era finita, e quella consapevolezza si fuse col nulla.
La mano di dio spostò nuovamente il mouse ... una finestra si chiuse.

2 commenti:

Mario Govoni ha detto...

Come molti miei racconti, Etyb ha una gestazione complessa ... nasce di slancio, in poco più di mezzora, con il titolo "Il giovane Etyb", poi il titolo cambia in "Racconto minimo", poi, grazie ai preziosi suggerimenti di Ben, cambio l'incipit e limo qualcosa qua e là e, finalmente, appare "Etyb" nella forma che leggete qui.

Anonimo ha detto...

Mi piacque all'inizio.
Mi piace la sua rivisitazione.
Anche se il giovane Etyb, vagamente Holdeniano, aveva dentro il rimpianto di un vissuto che "Etyb" perde.
Ma il senso di quanto relativo sia il tempo e la percezione del mondo è...perfetto.
Grazie Mario.